Lavazza Aladina
c’è del genio in questa moka
Cino Zucchi, architetto internazionale, progetta
la nuova moka Lavazza. Bellissimo cura l’identità visiva, ispirandosi al grande design italiano.
La collaborazione tra Lavazza e Bellissimo si arricchisce di un progetto di grande interesse.
Allo studio il compito di creare il mondo visivo attorno ad Aladina,
la moka commissionata dall’azienda torinese a Cino Zucchi, architetto milanese attivo nel mondo e già autore dell’attuale sede Lavazza.
Il design della moka si rifà all’idea di due tazzine sovrapposte, garantendo una semplicità iconica, vivacizzata dalle forme sinuose del manico.
Il nome è suggerito dal profilo a occhio del coperchio, che presenta analogie con la celebre lampada e si ricollega espressamente al trend lanciato dalla Carmencita di Marco Zanuso: un nome al femminile dal fascino esotico.
Bellissimo, incaricato di curare il mondo visivo attorno ad Aladina, ha preso come punti di partenza il nome e il design del prodotto.
Il linguaggio visivo prende vita dai singoli elementi scomposti della caffettiera (la “d” ne ricorda il manico) e si ispira ai grandi del design italiano del Novecento — tra i principali, Munari e Vignelli.
Forme essenziali e colori pieni compongono un codice visivo dal taglio semplice e accattivante, contemporaneo.
Nella campagna di lancio, il riferimento al genio di Le mille e una notte si manifesta nella gestualità delle mani dipinte di blu che interagiscono con la moka. Il desiderio si fa quotidiano: un buon caffè, e Aladina lo avvera infinite volte.
Per rispecchiare il carattere favolistico che aleggia attorno al nome, Bellissimo completa il racconto con una serie di brevi composizioni in rima che parlano dei nostri sensi e il loro rapporto con la moka, con un linguaggio sognante da filastrocca.